Daily Archive 16 Settembre, 2018

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Pordenonelegge: due appuntamenti con i notai alla Festa del Libro con gli Autori

Il Consiglio Notarile di Pordenone sostiene anche quest’anno la Fondazione PORDENONELEGGE e la Festa del Libro con gli Autori, una delle principali manifestazioni culturali di interesse nazionale dedicata alla letteratura e agli scrittori – arrivata ormai alla sua 18esima edizione – che si terrà dal 19 al 23 settembre prossimi a Pordenone.

Al Festival saranno presenti due notai che si dedicano sia alla professione notarile che alle loro passioni culturali. In questi incontri l’intento è infatti quello di mostrare il volto meno noto al pubblico, ma forse più affascinante, del notaio come uomo di cultura a tutto tondo. Protagonisti della precedente edizione, i notai Renato Carraffa di Roma e Dino Falconio di Napoli, le cui conferenze hanno suscitato enorme interesse presso il pubblico del Festival.

Gli appuntamenti di quest’anno saranno invece:

– sabato 22 settembre con il notaio Maurizio Corona di Cagliari, appassionato di studi storici, collezionista di soldatini e autore di pubblicazioni sui più importanti musei del settore, in un incontro con il prof. Franco Cardini, noto per essere uno dei più eminenti storici non solo italiani, e

– domenica 23 settembre con il notaio Remo Bassetti di Torino, pubblicista, scrittore, estroverso indagatore di nuovi orizzonti della letteratura, in una discussione con il curatore artistico del Festival, a sua volta poeta e scrittore, prof. Gianmario Villalta.

Per maggiori informazioni: www.pordenonelegge.it.

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Giornata Internazionale del Lascito Solidale – La nuova frontiera della filantropia “alla portata di tutti”

Le caratteristiche del testamento solidale e la sua crescente diffusione fanno del lascito solidale una delle forme più alte della filantropia moderna: le motivazioni, i valori, i modelli e i risultati della filantropia odierna accanto all’esempio di chi ha scelto di donare a chi ne ha più bisogno con un lascito solidale nelle ultime volontà. Perché chi sceglie di dare una conclusione nobile alla propria esistenza tramite un lascito solidale trasforma il suo testamento in una storia d’amore verso il prossimo e lancia un messaggio di speranza alle nuove generazioni.

“Amore […] sforzo operoso, di un individuo o anche di gruppi sociali, a promuovere la felicità e il benessere degli altri”. È questa la definizione del termine “filantropia”, oggi praticata in tutto il mondo da persone facoltose con alle spalle grandi patrimoni, nella logica di “restituire” alla società, in particolare alle categorie più bisognose o meritevoli, una parte importante di quanto accumulato in vita e contribuire alla soluzione dei grandi problemi che l’umanità deve affrontare ogni giorno. E numerosi sono i filantropi che hanno dichiarato di voler lasciare una traccia di sé anche quando non ci saranno più, anche diseredando fin da subito i figli: da Mark Zuckerberg che, con sua moglie Priscilla, ha donato il 99% delle azioni di Facebook (ovvero 45mld di dollari) alla sua organizzazione filantropica con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza tra le popolazioni del mondo, a Gordon Ramsay che ha diseredato i figli per fare del bene e insegnare loro il valore dei soldi, così come Warren Buffett, Elton John, Sting, Ashton Kutcher e Simon Cowell.

E se si prova a chiedere a Bill Gates quale sia il business più bello, il numero uno di Microsoft vi risponderà: “È la beneficenza”. Le sue non sono solo parole: insieme a sua moglie Melinda French e Warren Buffett, ha dato vita a “The giving pledge” (la promessa di donare), che invita le persone più ricche (hanno già aderito da Mark Zuckerberg, Michael Bloomberg, il fondatore della Cnn Ted Turner, il banchiere David Rockefeller e molti altri) a impegnare più della metà dei propri averi in beneficenza, durante la vita o con il testamento, nella logica – tipicamente anglosassone – di “restituire” così la propria fortuna alla collettività. Si tratta del progetto filantropico più mastodontico realizzato nella storia, con un capitale complessivo che supera di gran lunga i volumi finanziari di uno Stato di medie dimensioni.

Diversamente dagli Stati Uniti, in Europa non è mai stata pienamente condivisa la funzione “sociale” della grande filantropia privata (lo Stato gioca infatti un ruolo di rilievo nel garantire una serie di diritti/servizi fondamentali). Ciò non vuol dire che non ci siano, anche nel vecchio continente, esempi di filantropia e/o mecenatismo privati comparabili per dimensioni con quelli di oltreoceano: si pensi ai francesi Bernard Arnault (Fondation Vuitton) e François Pinault (Bourse de Commerce, ma anche Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia). Inoltre, nel nostro Paese, negli ultimi dieci anni, il numero delle Fondazioni filantropiche è raddoppiato (ora sono 1.600), nel solo 2016 le Fondazioni bancarie hanno erogato oltre 1 miliardo di euro (+10% rispetto ai 936,7 milioni del 2015), mentre le Fondazioni di impresa (131) hanno erogato nel 2015 circa 200 milioni. Sono inoltre cresciute le elargizioni dei High Net Worth Individuals (HNWI) (1),  coloro che in Italia detengono un patrimonio superiore al milione di euro: nel 2015 il 91% di loro ha effettuato una donazione (+11% rispetto al 2014) e il 27% ha aumentato le proprie elargizioni (+13%). E sebbene in Italia non sia possibile diseredare i parenti perché il nostro ordinamento giuridico tutela la famiglia fino al sesto grado di parentela, si può destinare la quota disponibile per sostenere un progetto benefico.

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Pubblicato il Rapporto Annuale UIF della Banca d’Italia: le SOS dei notai continuano ad aumentare e rappresentano l’85% delle segnalazioni dei professionisti

A fronte di una complessiva contrazione delle SOS, registrata nell’ultimo anno e dovuta al naturale esaurirsi dei flussi connessi alle operazioni di voluntary disclosure, si rileva un nuovo incremento del numero delle segnalazioni da parte dei notai, evidenziato nella Relazione del Direttore dell’UIF, che commenta: “Il calo della componente relativa a operazioni di regolarizzazione di capitali detenuti all’estero si è riflesso in una diminuzione dei volumi di collaborazione dei professionisti, dato il ruolo da essi svolto soprattutto in fase di adesione alla procedura di rimpatrio; tale trend non riguarda i notai i cui apporti sono risultati in ulteriore crescita.

Nel dettaglio, con riferimento alle segnalazioni dei professionisti (ridotte complessivamente del 44%), nel Rapporto UIF, si sottolinea la diminuzione, nell’ordine, delle SOS inoltrate da studi associati, società interprofessionali e società tra avvocati (-93,4%), dottori commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro (-72,8%), avvocati (-76,2%); un contributo in aumento deriva, invece, dalle società di revisione e dei revisori legali (+18%).

In assoluta controtendenza, si collocano i notai, le cui SOS, passate dalle 3.582, del 2016, alle 4.222, del 2017, rappresentano ben l’85% delle segnalazioni di operazioni sospette complessivamente inoltrate dai professionisti.

Nel Rapporto, si riconosce inoltre espressamente “l’importanza del ruolo svolto dal CNN, che ha tramitato quasi il 98% delle segnalazioni della categoria”.

Altro passaggio significativo del Rapporto UIF concerne la centralità degli organismi di autoregolamentazione, che, come detta la legge (art. 11, comma 2, d.lgs. n. 231/2007 e ss. mm. ii.), “sono responsabili dell’elaborazione e l’aggiornamento di regole tecniche in materia di procedure e metodologie di analisi e valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo” di supporto ai professionisti nell’adempimento degli obblighi antiriciclaggio.  Sul punto, si rammenta che il Consiglio Nazionale del Notariato ha predisposto ed approvato il proprio documento di regole tecniche, già oggetto di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’UIF e la Guardia di Finanza, per il quale si attende il parere definitivo del Comitato di Sicurezza Finanziaria, secondo quanto prescritto dalla legge.

 

 

 

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Comitato Testamento Solidale: oltre 3 milioni di italiani propensi ad inserire un lascito nelle ultime volontà

Continua a salire il numero degli italiani over 50 che hanno fatto, o hanno già preso in considerazione di fare, un testamento solidale. Una pratica di solidarietà che, nonostante il crollo delle donazioni nel nostro Paese, continua a registrare un trend di crescita sostenuto e costante. Un popolo di “piccoli, grandi filantropi” che sceglie di destinare anche solo una piccola parte del proprio patrimonio in beneficenza, affidandolo a prestigiose organizzazioni non profit in grado di garantire la massima efficacia e rendicontazione nell’impiego dei fondi devoluti e aprendo l’attitudine filantropica alla portata di tutti.

Sono circa 1,3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione over 50 (25,5 milioni circa), gli italiani con oltre 50 anni di età che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale. E se a questi si aggiunge un ulteriore 8% che prenderà probabilmente in considerazione l’idea di sostenere una organizzazione non profit attraverso un lascito testamentario, la platea di Italiani ultracinquantenni propensi al testamento solidale supera i 3,3 milioni di persone, mezzo milione (il 15%) in più rispetto al 2016. E se si va più indietro nel tempo, si scopre come il trend di crescita sia tanto sostenuto quanto costante: nel 2013, appena il 2% della popolazione over 55 aveva già fatto un lascito o avrebbe provveduto in tal senso.

È quanto è emerso dall’ultima Indagine sinottica di GFK Italia, che dal 2000 monitora con continuità il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese (1), presentata questa mattina nel corso dell’evento “Lascito, quindi sono. Siamo tutti filantropi” organizzato dal Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 21 prestigiose Organizzazioni no profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Cesvi, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, OperationSmile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, alla vigilia della Giornata Internazionale del lascito solidale, per la promozione della cultura della solidarietà testamentaria.

Ad aumentare, conferma l’Indagine GFK Italia, non è solo il numero degli Italiani che scelgono di donare con un lascito solidale nelle ultime volontà, ma anche la conoscenza dei lasciti testamentari: oggi il 57% degli over 50 (14,5 milioni) dichiara di sapere che cosa siano, rispetto al 52% del 2016. Un aumento percentuale di 5 punti corrispondente a 1,3 milioni di persone in più.

Il testamento solidale raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna, nella volontà di prendersi cura dell’altro attraverso un’alta dose di professionalità e di competenze specifiche (dalla capacità di analisi e programmazione al saper “far rete” e individuare i partner pubblici e privati, nazionali e internazionali, più adatti a raggiungere lo scopo prefissato) aggiungendone una fondamentale: dà la possibilità di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un “bene comune” anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata come quella dei grandi filantropi che detengono grandi patrimoni.

“Grazie al testamento solidale – ha dichiarato Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro – anche una piccola somma di denaro può fare la differenza nell’ambito di una filantropia che diventa, realmente, a portata di tutti. Lo confermano le due testimonianze dei signori Carmine e Paolo che oggi hanno raccontato a tutti il perché della loro scelta di solidarietà. Inserire un lascito nelle ultime volontà è la massima espressione del donare e donarsi all’altro al di là del tempo e permette di affidare i propri averi nelle mani di solide organizzazioni non profit che operano ogni giorno con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di ‘fare rete’ con gli altri attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti, per pensare, partecipare e realizzare progetti concreti, efficaci, sostenibili e misurabili nei risultati. E sempre di più, lo confermano i dati dell’Indagine, gli italiani riconoscono l’importanza di questo gesto per la vita di tante altre persone che ne hanno bisogno”.